“Perseverate nella preghiera
e mai sconfidenza
nell’infinita misericordia
della Divina Provvidenza”
Don Nicola Cerbone nasce il 19 settembre 1892 ad Afragola, cittadina nella periferia nordorientale di Napoli.
La sua è una famiglia di spiccate doti umane, animata da una profonda sensibilità e guidata da una visione della vita ancorata ad una forte spiritualità, che si traduce in una grande generosità verso i poveri.
Fin da piccolo, Nicola dimostra un’intelligenza acuta e vivace, una buona predisposizione allo studio e una grande disponibilità nell’aiuto dei propri compagni.
Don Nicola era un uomo aperto al nuovo, lanciato verso il futuro, dinamico, entusiasta, ma soprattutto buono, di una bontà travolgente che lo portò a dedicare tutto se stesso alle persone affidategli: i parrocchiani, le Ancelle, la sua gente.
E tutti amò con amore di padre, di maestro, di amico vero, voleva che i suoi figli camminassero decisi lungo i sentieri tracciati dall’ideale del Vangelo, ma anche che tutti avessero l’opportunità di uscire da una condizione di stenti (tale era la vita a Cuccaro) che debilita, tarpa le ali ad ogni voglia di riscatto.
La vocazione, la guerra, gli studi
Nell’anno scolastico 1904-1905 entra nel seminario diocesano “Sant’Aspreno” per frequentarvi il ginnasio, il liceo e i corsi propedeutici alla teologia e poter così verificare la propria vocazione al sacerdozio. Gli studi però sono interrotti nel 1912-1913 dal servizio militare (obbligatorio anche per gli aspiranti al sacerdozio) e poi dalla guerra.
Durante un periodo di convalescenza in seguito a una caduta da cavallo, il 24 agosto 1916 viene
ordinato sacerdote. Poi riparte per il fronte dove rimane fino al termine del conflitto.
Tra il 1918 e il 1920, don Nicola completa a Roma gli studi teologici, e comincia quelli di diritto,
che conclude a Napoli con la laurea in utroque iure il 20 dicembre 1920.
Dopo un periodo di impegno pastorale e sociale ad Afragola, viene inviato a Roma alla scuola di
diplomazia ecclesiastica, ma la morte di suo padre lo costringe a lasciare gli studi.
Uno dei suoi professori, Giuseppe Cammarota, gli propone allora di recarsi nella diocesi di
Vallo della Lucania per essere segretario di suo fratello, il vescovo Mons. Francesco Cammarota.
Don Nicola accetta e agli inizi degli anni venti arriva a Vallo.
Dal 1925 al 1931 circa ricopre l’incarico di assistente ecclesiastico dell’Unione Femminile Cattolica Italiana e dal 1932 al 1933 quello di assistente e presidente di Giunta dell’Azione Cattolica per la diocesi di Vallo della Lucania e per quella di Policastro, affidata al Vescovo Cammarota in amministrazione dal 1924.
In seguito, affinché il clero potesse prendere coscienza della necessità di impegnarsi anche in
campo sociale e potesse avere un’esatta conoscenza del movimento, Mons. Cammarota promosse,
con l’aiuto del centro nazionale di Azione Cattolica, le settimane sociali per il clero, che si
svolgevano di norma nel seminario diocesano durante il periodo estivo: la prima di queste si tenne dal 5 al 10 settembre del 1927 e Mons. Cerbone ne fu il direttore.
"Don Nicola ... noi vi incontreremo quando
incontreremo un'Ancella"
Nel 1929, a causa della penuria di sacerdoti che affliggeva la diocesi di Capaccio-Vallo, Mons. Cammarota affidò a don Nicola Cerbone l’incarico di Economo curato della Parrocchia di Cuccaro Vetere, in concomitanza con le sue funzioni
di segretario episcopale.
La situazione che don Nicola trovò a Cuccaro non era certo entusiasmante. Con amarezza dovette prendere atto della condizione di abbandono materiale e soprattutto spirituale in cui viveva il paese e forse anche di una certa ostilità da parte
della comunità che non vedeva di buon occhio la presenza
di un prete forestiero.
Il piccolo nucleo di Azione Cattolica
In quel clima a volte poco accogliente, una realtà positiva era il gruppo di Azione Cattolica appena nato, formato da giovani donne e bambine. Da esso don Nicola traeva una forza non soltanto spirituale, ma anche morale e sociale.
Ben conoscendo il ruolo che l’Azione Cattolica poteva svolgere per la crescita spirituale della comunità, non mancava di incoraggiare le associate ad uscire dal proprio ambiente per partecipare ad incontri diocesani di formazione.
Presidente del Circolo Gioventù Femminile di Cuccaro era Chiara Oristanio, una giovane del posto che sarebbe divenuta la sua prima fedele collaboratrice.
Perseverate nella preghiera e mai sconfidenza nella infinita misericordia della Divina Provvidenza.
Don Nicola fece il parroco cercando di coniugare (navigando spesso contro corrente) il compito di pastore, di guida delle anime con quello di animatore sociale, di difensore civico della sua gente, anticipando stili pastorali che diventeranno usuali nella Chiesa del post-concilio. Egli visse la sua vocazione sacerdotale con entusiasmo e grande coerenza, conscio anche delle proprie debolezze.
Non fece nulla di eccezionale che possa far gridare al miracolo; la sua vita fu spesso scandita dal ritmo della quotidianità, della fatica di vivere, della lotta per restare fedele, ma fu anche scaldata da una grande fiducia in Dio, sorretta dalla preghiera che al termine della vita, quando gli acciacchi ridurranno al minimo la sua attività, si fece particolarmente costante.
Amò soprattutto la Celebrazione Eucaristica, che viveva con grande devozione e convinzione. Ed era soprattutto questa ad infondergli tutto quel coraggio che gli era necessario a sostenere le molte difficoltà che il suo dinamismo spesso gli faceva incontrare, soprattutto quando si imbarcò nella non facile impresa di dar vita all’Istituto religioso delle Ancelle di Santa Teresa di Gesù Bambino.
Negli ultimi anni della sua vita, don Nicola, privato della vista e dell’udito, visse il dono della sofferenza, in un atteggiamento di costante e intensa preghiera. La sua poltrona diventò il più efficace pulpito.
Furono anni particolarmente fecondi perché vissuti nella grande accettazione della volontà di Dio. Egli terminò la sua vita sulla terra il 19 settembre 1980.
"Vogliatevi bene, amate tutti, pregate, lavorate"
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