“Fu uno spirito umile e forte,
aperta a grandi prospettive
e decisa a volere ciò che il
Signore le andava chiedendo”
(dalle Costituzioni)
Nel 1929 sorse a Cuccaro l’Azione Cattolica. La sezione intitolata a Sant'Agnese fu affidata a lei, per la posizione sociale che occupava in paese e per la sua vita, che pur relegata tra le mura domestiche, era dedita al servizio di Dio e del prossimo.
Nel 1929 era arrivato a Cuccaro un nuovo parroco, don Nicola
Cerbone. Chiara aveva 32 anni. Il sacerdote si era accorto che la
comunità parrocchiale di San Pietro a lui affidata faceva riferimento
alla signorina Chiarina.
Nel paese c’era bisogno di tutto, specialmente di cuori aperti e
generosi, che donassero ai piccoli e ai poveri un segno di speranza e
di amore di Dio. Ma chi poteva farlo? Dove trovare delle anime
semplici, tutte di Dio, che non pensassero ad altro che a seminare senza interessi, ad accogliere e a donare senza calcoli, ad affrontare disagi e incertezze senza paura, ma solo per amore?
Un nuovo sogno da abbracciare
Don Nicola sentiva che doveva nascere una Congregazione religiosa e Chiara doveva esserne la guida, il sostegno, la “madre”. E lei, che aveva già messo da parte il sogno della clausura, comprendeva che il Signore voleva affidarle un altro sogno, quello che aveva ispirato a don Nicola: la nuova Fondazione.
All’inizio ci fu molto da lottare, penare, pregare: piano piano, risposero le prime ragazze di Cuccaro, poi ne arrivano altre, nel frattempo la piccola Opera si slancia fuori diocesi, accogliendo appelli di altri parroci. Chiara stessa guidava la nascente Opera pur non potendo farne parte “fisicamente” fin da subito. La malattia della mamma, infatti, la chiamava a prendersi cura di lei, fino alla conclusione della sua vita terrena, il 26 aprile 1936.
Finalmente, il 4 ottobre 1937, Chiara e altre 24 compagne fanno la loro
prima Professione religiosa nelle mani del Vescovo di Vallo della Lucania (SA).
Ancorata a Gesù...ama e prega!
I primi passi sono duri, ma né la guerra né la miseria possono arrestare il cammino o raffreddare i
cuori delle Ancelle. Madre Chiara incoraggia, sostiene, conforta e, nonostante la sua salute gracile e
malferma, guida lei stessa ogni nuova spedizione, supera ostacoli, vince ogni timore: ma, soprattutto, ama e prega. La sua anima, pur nel cuore del mondo, è sempre ancorata a quel
Gesù nascosto nel Tabernacolo, contemplato e amato, e additato sempre alle sue figlie come
l’unico Bene, il Solo Amore, la sua vita.
"La Madre"
Chiara è sempre più “la madre”, sempre più totalmente donata alle sue figlie, ha imparato da Santa
Teresa la “Piccola Via” dell’abbandono e della fiducia in Dio e su quella le conduce con mano
sicura, dolce e ferma.
Con loro e per loro soffre e prega: chi può conoscere i suoi sacrifici, le sue trepidazioni, le sue ansie per la crescita della Congregazione? Sempre vigile e premurosa, attenta al bene di ciascuna, le incoraggia continuamente ad offrire e soffrire per amore di Gesù Crocifisso, raccomandando loro
preghiera e letizia, pazienza e armonia.
L'abbraccio dello Sposo
Il suo umile, dolce sorriso, ispira fiducia e affetto filiale. Il suo sguardo profondo e penetrante,
scruta anche il segreto dei cuori, per leggervi dentro pensieri e preoccupazioni, che solo a una
madre si possono confidare. Intanto passano gli anni e la salute e le forze vengono meno.
Madre Chiara lascia umilmente la guida dell’Istituto, ma continua a vegliare e ad immolarsi, nel
silenzio e nel nascondimento, consumandosi lentamente, fino alla radiosa sera del 22 ottobre 1977,
quando va a ricevere l’abbraccio dello Sposo.
“Continuate il vostro cammino,
siate coscienti delle grandi possibilità
di compiere il bene che avete intrapreso;
operiamo questo bene
coraggiosamente e serenamente
in modo da essere anche noi
una particella del lievito
destinato a fermentare la massa
per la gloria di Dio e la salvezza del mondo”
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